mercoledì 31 ottobre 2012

UN WEEK END PER SCRIVERE di Stefania Frezza




La suggestiva sala della Trifora, all’interno della sede del Circolo Culturale Prenestino “R. Simeoni”, ha ospitato il 26 ed il 27 ottobre un seminario di scrittura creativa, condotto da Gavino Angius e l'editor Silvia Denti alias Divinafollia e patrocinato dal Comune di Palestrina.
Gli intervenuti, in buon numero, oltre ad essere degli appassionati di lettura, avevano sicuramente riposto nel cassetto il sogno di scrivere ed hanno seguito il seminario con interesse e partecipazione.
Gavino Angius, in qualità di critico letterario e scrittore egli stesso, ci ha guidato all’interno di grandi capolavori, raccontandoci aneddoti sulla vita ed il carattere degli Autori e sulla genesi e l’evoluzione di alcune opere.
Molto suggestiva, poi, è stata l’esperienza della lettura e dell’analisi di una novella di Hemingwaay -   
“ Vecchio al ponte “- esaminata anche attraverso i notebooks dell’Autore, tradotti da Gavino Angius.
E’ stato come quando ci si ritrova davanti ad un dipinto, se lo guardi da solo certamente ne cogli la grandezza, l’armonia o il caos creativo, ne ammiri la forma, ti stupisci davanti alla genialità, ma  non potrai cogliere, se non sotto la guida di un critico o storico dell’arte, l’abilità tecnica, la fatica dello sviluppo, la capacità di trasformare un’idea, un concetto in qualcosa di concreto e godibile.
E così, presi per mano siamo entrati dentro il racconto, l’abbiamo potuto guardare con gli occhi di Hemingway, cogliendone la semplice complessità.
Un aspetto altrettanto importante per il mestiere dello scrittore è quello dell’editoria e la dott. Silvia Denti ci ha illustrato la  funzione del suo lavoro , l’editor appunto, ai fini della pubblicazione.
Chi si aspettava consigli pratici su come scrivere è probabilmente rimasto deluso ma chi cercava conferma sulla difficile arte della scrittura, su come nessuna opera letteraria possa nascere come per magia ma sia il frutto di un lavoro difficile soprattutto su se stessi, ha trovato la sua dimensione.

Info:
www.divinafollia.altervista.org
lapoesiadivina.blogspot.com


Stefania Frezza

lunedì 8 ottobre 2012

L'ARTE DEL RICAMO di Marco Polani


In seguito all’ evento tenutosi il giorno Sabato 06 Ottobre, alle ore 21.00, presso il Cinema Teatro Principe di Palestrina, penso che siano doverose alcune considerazioni e/o riflessioni magari utili per futuri sviluppi della tematica in questione: la valorizzazione del prodotto locale.
Stiamo parlando, per chi fosse mancato, del ricamo prenestino, un “prodotto” locale che tanto ha impregnato il tessuto sociale locale, divenendo un riflesso (nuclei familiari numerosi, apprendistato, differenti valori sociali e culturali) del paese nel corso degli ultimi decenni ed oltre; il lungometraggio presentato viene così descritto dall’autore stesso, Timoteo Salomone:


“Il lungometraggio dal titolo “Il ricamo di Palestrina” è la storia del ricamo di Palestrina dalla nascita del famoso “Punto a nodi” ai giorni nostri. Attraverso le testimonianze dirette degli eredi della scuola “Palestrina Ars” e del “Laboratorio Croce” cercheremo di capire perché tali scuole famose nel mondo chiusero i battenti. Il documentario, della durata di un’ora, inizia con delle interviste ad alcune ragazze per la strada alle quali verrà chiesto se sappiano cosa sia il “Punto Palestrina”: la maggior parte di esse non sa nemmeno di cosa si tratti.
Il lungometraggio è diviso in dici capitoli. I ricordi, i rimpianti, le gioie di un tempo passato, dal sapore verace e schietto,  verranno ricordati dalla voce delle ultime allieve ricamatrici che ancora oggi eseguono lavori di strabiliante bellezza.  Vedrete in esclusiva per noi l’apertura dell’archivio del “Laboratorio Croce” con centinaia di disegni su carta di una valenza artistica inestimabile. Vedere che tale ricchezza rischia di andare perduta ci rattrista. Perché non cercare di recuperare un tale patrimonio creando un archivio o un museo, affinchè chi vorrà potrà accedervi con le dovute modalità e si potrà, così, continuare tale preziosa tradizione. E’ questo l’appello che vogliamo rivolgere a tutte le associazioni culturali presenti nel nostro territorio e alle autorità civili.
Sentirete la testimonianza dell’ex Sindaco di Palestrina Giuseppe Marchetti in carica nel 1978 quando un pretore d’assalto fece chiudere la “Palestrina ars”. Infine ci saranno le testimonianze della direttrice dell’ultima scuola privata di ricami “Palestrina”; della ricamatrice Sig.ra Stella Chiapparelli, fondatrice di un’associazione per la divulgazione e la conoscenza del ricamo di Palestrina. Attraverso un caleidoscopio di immagini vedrete tanti capolavori di estrema finezza e dai colori che vi abbaglieranno. Un’arte questa del ricamo che le Istituzioni hanno sempre di più sottovalutato, senza invece capire che attraverso questo lavoro creativo e manuale si sarebbe potuto creare ricchezza ed occupazione.”

Indubbiamente l’affluenza elevata di persone testimonia sia un forte affetto per l’autore, sia un grande interesse per un’arte che sta pian piano scomparendo. Oltre al grande impatto emotivo procurato dalle inquadrature in primo piano, intrise di una carica neorealista tanto divertente, quanto commovente, è necessario e doveroso riflettere sul perché un’arte del genere trovi meno proseliti con il passare del tempo e sulla sua più probabile collocazione nel futuro; a fine documentario è stato aperto un breve dibattito e vari sono stati i commenti all’uscita tra il pubblico.

Secondo il mio modesto parere, ed abbracciando alcune opinioni, bisogna necessariamente tenere da conto e prendere come assioma il fatto che questa è un Arte con la A maiuscola  ed in quanto tale le vanno  riconosciuti prestigio ed importanza; un’importanza non di poco conto, perché, partendo dallo specifico ambito del ricamo, è facile ed automatico risalire ad usi e costumi di un periodo storico a noi cosi vicino cronologicamente, ma in realtà molto lontano per abitudini.
Proprio in quanto Arte quindi, come tale va conservata, preservata e tramandata!
Ovviamente con le dovute attenzioni, perchè sarebbe un passo molto ardito, ricostituire una tale scuola: innanzitutto, si rischierebbe di infangarne il nome proponendo un “imperfetto prodotto a rapido consumo”, quindi snaturato da un contesto naturale intriso di pazienza, calma e dedizione; inoltre, non ci sarebbero i presupposti sociali per sviluppare tale scuola, essendoci oggi  (fortunatamente) più emancipazione femminile, ed essendoci una concezione della famiglia e del matrimonio (parlo anche di corredi nuziali, tovaglie, centrini ecc.), differente da quello di cinquanta - cento anni fa (ci si teneva di più o ci si teneva diversamente?); si creerebbe,  di conseguenza, un falso storico e quindi non un’opera d’arte;  infine, in un sistema globalizzato la “mercificazione” di tale prodotto, così come è stato fatto notare dal sindaco Marchetti durante il filmato, risulterebbe una “zappa sui piedi” per ovvie ragioni di mercato globale.
In definitiva considero il ricamo prenestino con i suoi “famosi punti” un prodotto artistico a tutti gli effetti, come tale quindi UNICO, IRRIPRODUCIBILE e LIMITATO, quindi INESTIMABILE; l’unico dovere da assolvere è, ribadisco, conservarlo e promuoverlo, con conferenze, documentari, (così come è stato fatto da Timoteo Salomone al quale, oltre agli applausi, vanno i ringraziamenti) e perché no, in tempi che ci auguriamodi maggior benessere economico, attraverso un’area museale dedicata.




Marco Polani

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